Come in tante occasioni legate all'educazione di Momo, mi trovo spesso a
riflettere su quali siano le scelte migliori e delle quali maggiormente
beneficerà, su quanto uno stimolo proposto possa risultare davvero
positivo per il suo sviluppo o talvolta soltanto un ennesimo stress per
il bambino o addirittura un mero vezzo da genitore.
In
particolare mi è capitato di ragionare sulla possibilità di fargli
usufruire di un corso di bilingue per gioco, uno spazio di divertimento
tra coetanei durante il quale si parla una lingua straniera e i bambini
anche piccoli come Momo sono esposti a un'altra lingua, così che possano
impararne le basi già così presto.
Sappiamo che i bambini
apprendono con molta più facilità nei primi anni di vita e sembra
allettante il pensiero che possano masticare una seconda lingua, magari
utile un domani nel mondo del lavoro o semplicemente nelle loro
esperienze di vita, ma quello che mi chiedo è: si tratta davvero di un
arricchimento senza controindicazioni?
Mi spiego meglio: è
davvero giusto favorire attività intellettuali come l'apprendimento di
una seconda lingua o del linguaggio musicale in spazi strutturati ad
hoc, a discapito di gioco libero e "semplice" relazione
genitore-bambino? Questo di più non è forse semplicemente qualcosa di
diverso -- e non aggiuntivo -- che quindi il bambino si ritroverà nel
proprio bagaglio a discapito di altro?
Trovo che in sé possano
essere momenti divertenti, ma ai fini del futuro dei nostri figli cosa è
davvero importante formare in loro? Ed eventualmente, allora, come
poter davvero scegliere da genitore che ovviamente si auspica il meglio
per il proprio figlio un'attività piuttosto che un'altra? Inglese o
russo? Musica o sport? ...o un 'po di tutto per non sbagliare? E questi bambini, se potessero fare un salto nel loro futuro cosa ci chiederebbero oggi?
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